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LO SPAZIO ARTIGIANO



RIPARTIRE DA CIO’ CHE LE MANI ARTIGIANE SANNO FARE

Intervista a Silvia Valli

Rinascere. Ripartire. Respirare nuovamente il profumo dei fiori d’arancio.
Tanta è la voglia di essere avvolti di bellezza, nell’incertezza di una normalità che tarda ad arrivare.

 

Ne parliamo con Silvia Valli, fondatrice del suo atelier di alta sartoria dopo essersi diplomata all’Accademia del Teatro alla Scala e aver lavorato per sartorie teatrali sia a Milano che a Roma e avere frequentato l’Istituto Secoli come modellista e figurinista.

Artigiana e artista, Silvia realizza abiti da sposa, con finiture di alta sartoria, utilizzando solo materiali naturali: la seta pura, ma anche il cotone, il lino, la lana e la pelle.

 

  1. In un momento di così grande confusione, forse è opportuno partire dalle certezze. Quali sono state, Silvia, le certezze di questo ultimo anno che le hanno permesso di continuare nella sua attività artigiana?

L’unica certezza era la consapevolezza di conoscere un mestiere. 

Per il resto ho vissuto e vivo nell’attesa poichè gli eventi e nello specifico i matrimoni, hanno subito una battuta d’arresto legata all’ impossibilità di “fare festa”. 

In realtà ho colmato l’attesa potenziando i miei mezzi di comunicazione social (sito internet, pagina Instagram, account Google, Pinterest) introducendo nuovi contenuti e immagini e concretizzando nuovi progetti che attendevano di essere sviluppati.

 

  1. Il suo atelier è, da anni, un ottimo esempio di “bottega digitale”. La cliente, quando arriva da lei, è come se un po’ già la conoscesse, grazie ai contatti via web, alle immagini che la cliente vede nella sua pagina Instagram, il suo sito internet interattivo. Quanta resilienza occorre per far resistere un mestiere antico, come quello della sarta, ai tempi del web?

Ai tempi del web non ci si può più permettere di essere solo ottimi sarti.

Per poter resistere e continuare è necessario comprendere e utilizzare i canali di comunicazione del cliente che ricerca un prodotto di nicchia come quello della sartoria su misura.

Le spose di oggi sono superconnesse e la possibilità di visualizzare immagini e video consente loro di percepire lo stile e la qualità del prodotto offerto.

Il blog, i testi e le didascalie associate alle immagini inoltre permettono di approfondire gli argomenti legati ai tessuti e alle finiture ed inoltre portare avanti un messaggio di slowfashion a cui credo molto.

Il web quindi mi ha dato una grandissima opportunità.

Poi, non appena il cliente mi ha affidato il suo progetto, riprendo le vesti della modellista e sarta, con carta e matita, forbici, ago e filo come una volta.

Questo lato più operativo a loro piace tantissimo perché il “saper fare” rientra tra i valori che sempre più persone stanno riscoprendo: autenticità, esclusività, cura e arte del lavoro manuale e attenzione alle materie prime naturali e tracciabili.

           

  1. Il suo non è un mestiere in cui l’incontro, la prova dell’abito, la compartecipazione dei parenti e delle amiche alla scelta dell’abito, si possono organizzare online. Come si fa, in una bottega artigianale come la sua, ad evolvere con il digitale, ai tempi del Covid?

In questo periodo ho organizzato l’attività partendo da una videochiamata per comprendere le esigenze del cliente.

In alcuni casi ho preso anche le misure a distanza.

Per le prove però è necessaria la presenza.

Ricevo le spose accompagnate da una o al massimo due persone ma ancora una volta la tecnologia ci aiuta: ci connettiamo con una videochiamata, skype ecc. ed immediatamente tutti possono essere presenti.

In realtà questo metodo lo utilizzavo anche prima del COVID perché spesso le mamme, le amiche non risiedono nella stessa regione della sposa.

Partecipare in presenza alla prova dell’abito però è un’altra cosa, era un  momento intimo di condivisione, di risate, di confronto e di emozione molto importante per ogni ragazza.

Adeguarsi e immaginare di incontrarsi in un prossimo futuro è quello che ci fa comunque superare questa mancanza.

 

  1. La capacità sartoriale è straordinaria, la bellezza e il saper fare artigiano sono intramontabili anche sotto i colpi della pandemia. Per questo si riparte da ciò che le proprie mani sanno fare. Con nuove prospettive e progetti. Ci racconta quelli del suo Atelier?

Questo periodo mi ha permesso di aprire quei cassetti dove erano riposti progetti che non erano ancora maturati.

Ne ho in realtà due ma che vedranno la luce in autunno.

Il primo riguarda un concetto di abito da sposa “riutilizzabile” che si allinea perfettamente ai valori di sostenibilità e riuso in cui credo molto.

Il secondo si adegua al periodo che stiamo affrontando e che in qualche modo ci ha cambiati.

I matrimoni intimi, raccolti, con pochi invitati sono la nuova tendenza e quindi l’abito va ripensato di conseguenza.

Ripartiamo. A piccoli passi ma sempre più continui, costanti e lentamente più vicini.
Rimettere in moto un atelier sartoriale come quello della Valli, che fabbrica sogni grazie all’arte del cucito, sarà un sfida necessaria.

 

 

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A cura di Ylenia Galluzzo